venerdì 28 agosto 2009

Newsletter - n. 40

Medjugorje
Quando nel 1989 cominciai a collaborare con Radio Maria, una delle prime cose che il direttore padre Livio Fanzaga mi disse fu inerente a padre Tomislav Vlasic, che già da anni si era allontanato da Medjugorje per venire in Italia, dove aveva fondato una nuova comunità. Era in odore di eresia e certamente non aveva più nulla a che fare con Medjugorje, i veggenti e le apparizioni.
Oltre vent’anni dopo i mass media ci presentano la sua riduzione allo stato laicale da parte della Chiesa (per motivi che nulla hanno a che fare con le apparizioni) come un giudizio con cui quest’ultima condanna le apparizioni: “leggere per credere” l’articolo di Bruno Bartoloni sul Corriere della Sera del 30 luglio. Naturalmente, il quotidiano pubblica a fianco una intervista a padre Livio che sostiene il contrario di quanto affermato dall’articolista, ma l’idea che “passa” è che la Chiesa ha condannato le apparizioni di Medjugorje condannando il direttore spirituale dei sei veggenti. Pazienza se quest’ultimo non lo è mai stato e non li vede da 23 (ventitre) anni. Così si fa, più o meno coscientemente, la disinformazione.

Per tentare di rimediare parzialmente al danno provocato da questi articoli e per aiutare a capire le persone che mi hanno chiesto spiegazioni, riporto l’intervento di padre Livio apparso sul sito di Radio Maria, che fornisce tutte le chiarificazioni utili per comprendere quanto accaduto.
Le apparizioni di Medjugorje sono un fenomeno straordinario da un punto di vista quantitativo perché milioni di persone vi hanno ritrovato la fede e la pratica cristiana, soprattutto quella del sacramento della confessione. Naturalmente rimarranno una rivelazione che non obbliga il comune fedele, anche quando fossero riconosciute dalla Chiesa. Ma non cogliere il disprezzo verso la fede vissuta che si nasconde dietro tanti interventi “contro Medjugorje” (anche da parte di cattolici progressisti e cosiddetti tradizionalisti), mi sembra sciocco.

Marco Invernizzi

Cari amici,
la superficialità, mista a mala fede, cui con i mass media hanno sollevato l'ennesimo polverone su Medjugorje, mi obbliga, come studioso e testimone del fenomeno, oltre che come servitore inutile della Regina della pace, a fare alcune precisazioni per iscritto, dopo averle fatte al microfono
Il documento (riservato) della riduzione alla stato laicale dell'ex francescano ( concessa su sua richiesta) è stata messo sul nostro sito internet già dal marzo 2009. L'ex francescano con la sua comunità era sotto inchiesta da parte della Chiesa dal 1988. Dopo la sospensione a divinis (2008) è arrivata la riduzione alla stato laicale (2009). Se non ottempera ad alcune disposizioni della S. Sede potrebbe un domani arrivare la scomunica. ( I Documenti ufficiali sono tutti pubblicati nel nostro sito internet).
Ciò che la S. Sede contesta all'ex francescano non sono le sue attività pastorali a Medjugorje, dove ha svolto, con altri frati, l'ufficio di coadiutore parrocchiale ( non quindi di parroco ) dall'autunno 1981 al settembre 1985, ma le sue attività in Italia, dal 1988 al 2008, quando lui ha dato vita a una sua personale comunità religiosa.
Nei tre anni e mezzo che è stato a Medjugorje l'ex frate ha svolto un'attività parrocchiale centrata soprattutto su un gruppo di preghiera giovanile, al quale però non hanno mai partecipato i sei veggenti, eccezione fatta per Marija, che partecipava sia al gruppo parrocchiale sia a quello guidato direttamente dalla Madonna mediante il veggente Ivan.
Infatti la Madonna, a partire dal 1982, si è formata lei stessa un gruppo che guidava personalmente mediante due apparizioni straordinarie alla settimana. A tale gruppo di preghiera, guidato dalla Madonna, partecipavano numerosi giovani e tre veggenti: Ivan, Marija e Vicka. Ivanka e Jakov non partecipavano a nessun gruppo. Tale gruppo è tuttora operativo.
E' quindi un'affermazione che non corrisponde alla verità sostenere che l'ex frate sia stato la guida o l'assistente spirituale dei veggenti. Non è corretto neppure metterlo in rapporto col "fenomeno Medjugorje" dal momento che vi manca da 23 anni.
Egli non ha mai ricoperto l'ufficio nè di guida spirituale, nè di assistente spirituale, nè di confessore dei sei veggenti. Più tardi la sola Marija P. si è scelta un direttore spirituale nella persona di Fra Slavko.
Colui che i mass media chiamano disinvoltamente la guida o l'assistente spirituale dei sei veggenti, in realtà, a partire dal 1985 fino all'attuale provvidenziale condanna, ha cercato di sosituirli con altre veggenti che egli si era associato alla guida della sua comunità.
Al riguardo il P. Provinciale dei Francescani di Erzegovina. Dr. fra Ivan Sesar - ha affermato: "Questo provincialato non ha mai raccomandato né nominato alcuno come guida spirituale dei ragazzi. Penso che nemmeno i parroci di Medjugorje abbiano mai avuto questo mandato di essere guida spirituale dei veggenti. Il fatto è che alcuni frati erano loro confessori, avevano con loro e le loro famiglie un rapporto amichevole e questo si può capire. Chi è amico di chi, oppure chi è la guida spirituale, dovete chiederlo voi stessi ai veggenti. In questi giorni si è potuto leggere nei media che alcuni dei veggenti lo hanno negato categoricamente" ( Dal quotidiano croato Vecernji list - 14-09- 2008).
La verità è che l'ex frate si è presentato da se stesso, in una lettera del 1984 a Giovanni Paolo II, come la guida spirituale dei veggenti. Egli si è autonominato tale, nell'illusione di influenzarli, salvo poi a sceglierne altri di suo gradimento.
I veggenti di Medjugorje, come i due bambini di La Salette, come Bernadette, come i veggenti di Fatima, ecc...hanno avuto ed hanno nella Madonna la loro guida. Infatti dopo 28 anni di apparizioni sono dei bravi cristiani che non hanno mai deviato dalla fede.
Padre Livio Fanzaga


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