domenica 14 giugno 2009

Newsletter - n. 37

Andare a votare in un’epoca di profonda crisi morale e culturale raramente è entusiasmante. Infatti, non capita spesso di trovare il candidato ideale sia dal punto di vista politico sia da quello personale. Quando lo troviamo rispettoso o addirittura promotore dei “principi non negoziabili” e della dottrina sociale della Chiesa, spesso è inadeguato sul piano della vita privata e capita frequentemente di rendersi conto che non possiede le qualità minime per rappresentare il mandato che gli stiamo per affidare.
Ma il bene comune di un popolo va comunque perseguito, anche in una tornata elettorale, come i prossimi ballottaggi amministrativi, in cui la possibilità di scegliere per noi elettori è “secca”, senza alternative ai due candidati rimasti in lizza. Anche in questa occasione dovremo scegliere chi potrà fare meno danni al bene comune, una volta eletto, anche se è personalmente lontano da quei principi che vorremmo vedere realizzati nella vita pubblica, perché l’altro (nel senso dell’altra coalizione politica) è ancora più lontano. Fino a quando c’è la possibilità di scegliere è rarissimo che non ci si offra un “meno peggio” al quale affidare il nostro voto.

L’Osservatorio politico di Nuove Onde

Il successo ottenuto dall’Osservatorio politico promosso dall’associazione Nuove Onde (migliaia di accessi dopo la presentazione a Radio Maria) conferma il desiderio sincero e serio di informarsi e partecipare di molte persone. Questo Osservatorio (per chi non lo conoscesse www.nuoveonde.com), invita a votare premiando la coalizione o il candidato (quando possibile) che abbia manifestato concretamente nella passata legislatura la propria fedeltà ai principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà di educazione), oppure che questa fedeltà sia espressa chiaramente nel proprio programma elettorale o in quello della coalizione o partito di appartenenza. Stiamo pensando di renderlo un servizio permanente, che intervenga ogni volta che sono in discussione, a diverso livello, i “principi non negoziabili”.
Ma proprio questo successo è il segno del grande disorientamento che c’è nell’elettorato in seguito alla crisi dei partiti e alla loro trasformazione dopo il 1989. Una volta, nell’epoca delle ideologie (che non è il Medioevo ma risale ormai a vent’anni fa) si votava con il criterio dell’appartenenza (anticomunismo o unità dei cattolici in un solo partito erano i criteri più utilizzati dall’elettorato conservatore), mentre oggi il lavoro più importante è quello culturale, consistente nel mostrare all’elettore la necessità di scegliere in base al criterio dei “principi non negoziabili”, e non secondo altri criteri, spesso legati a parole che esprimono valori importanti ma successivi a quelli legati alla vita e alla famiglia.

Teniamolo presente ancora una volta domenica prossima in occasione dei ballottaggi. E serviamoci del sito di Nuove Onde per capire con quale criterio dare il nostro voto.

Marco Invernizzi