Segnalazione libro
Il libro è sempre stato uno dei principali strumenti dell’apostolato culturale di Alleanza Cattolica, soprattutto in tempi lontani, quando i libri “buoni” erano pochissimi e quando l’uscita di un buon libro era un evento, una vera e propria occasione di festa.
L’amore per il libro e per il suo uso apostolico era una caratteristica dell’Amicizia Cristiana, l’associazione di laici che sta all’inizio della presenza pubblica dei cattolici italiani, negli anni dell’invasione napoleonica della Penisola, e che ebbe un importante influsso culturale nella prima metà del XIX secolo. Anche per loro il libro era un’occasione, un’opportunità per avvicinare le persone e iniziare con loro un dialogo, ma soprattutto un mezzo di formazione personale e di gruppo.
Oggi, libri “buoni” ne vengono pubblicati molti di più e i problemi sono di altra natura. Per esempio, entrando in una libreria anche cattolica, oggi provo sempre un senso di ansia e di disorientamento per la confusione con cui vengono accostati, quasi fossero intercambiabili, libri che sostengono affermazioni opposte fra loro sui più diversi argomenti. Mentre anni fa si trovavano quasi soltanto libri “orientati male”, oggi il problema è diventare capaci di distinguere fra “libri nocivi” e “libri buoni” e poi, fra questi ultimi, fra “libri utili e necessari” e quelli “inutili”.
Credo allora che uno dei principali compiti di oggi sia quello di “mettere ordine” nelle letture, cioè di aiutare a scegliere e a leggere i libri che sono a disposizione con un’abbondanza sconosciuta in altri tempi.
Per questo motivo vorrei segnalarvi il libro postumo e recentemente pubblicato di un amico e maestro, Marco Tangheroni (1946-2004), che aiuta proprio a “mettere ordine” a proposito della storia, dei suoi limiti e della sua utilità, del modo di studiarla rispettandone le caratteristiche, senza divinizzarla ma senza rinunciare all’apporto importante che può dare alla comprensione del passato e alla costruzione dell’identità culturale di una persona e di un popolo.
Complici le provvidenziali vacanze pasquali, ho potuto leggere con grande gioia questo piccolo volume che nacque da incontri periodici di Marco con i suoi studenti all’università di Pisa. L’occasione erano alcuni aforismi inerenti alla storia dello scrittore colombiano Nicolàs Gómez Dávila, commentando i quali il professore introduce i suoi allievi nel “mistero” della storia, aprendo piste di lettura affascinanti e mettendo in guardia da molti errori e ingenuità che il giovane storico inesperto, o male formato, potrebbe essere indotto a commettere da cattivi maestri.
L’opera mi pare particolarmente adatta ai tempi attuali proprio in ragione di quanto facevo notare sulla grande disponibilità di libri, e in particolare di libri di storia, e della conseguente possibilità di confusione.
E’ una caratteristica della cultura dominante, il relativismo, quella di negare l’importanza e la bellezza della ricerca della verità. Mentre nell’epoca delle ideologie alla storia veniva attribuita la pretesa di poter conoscere con assoluta certezza, negando la complessità del reale e piegando lo studio della storia a un semplice mezzo per orientare il presente, oggi la storia interessa sempre di meno perché viene scartata l’idea stessa di verità e quindi la fatica che si deve fare per avvicinarsi a essa. La lettura di Tangheroni aiuta a “mettere ordine”, a superare tante difficoltà, e grazie al modo pacato e riflessivo che contraddistingueva il suo stile di comunicazione, rende il suo libro fruibile anche ai non addetti ai lavori, ma a chiunque ami la verità storica e desideri conoscere un po’ di più con quale metodo ricercarla.
Marco Invernizzi
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Marco Tangheroni, Della storia. In margine ad aforismi di Nicolàs Gómez Dávila, Sugarco, Milano 2008, pp. 142, € 15,00 (richiedere http://www.libreriasangiorgio.it/)
Il libro è sempre stato uno dei principali strumenti dell’apostolato culturale di Alleanza Cattolica, soprattutto in tempi lontani, quando i libri “buoni” erano pochissimi e quando l’uscita di un buon libro era un evento, una vera e propria occasione di festa.
L’amore per il libro e per il suo uso apostolico era una caratteristica dell’Amicizia Cristiana, l’associazione di laici che sta all’inizio della presenza pubblica dei cattolici italiani, negli anni dell’invasione napoleonica della Penisola, e che ebbe un importante influsso culturale nella prima metà del XIX secolo. Anche per loro il libro era un’occasione, un’opportunità per avvicinare le persone e iniziare con loro un dialogo, ma soprattutto un mezzo di formazione personale e di gruppo.
Oggi, libri “buoni” ne vengono pubblicati molti di più e i problemi sono di altra natura. Per esempio, entrando in una libreria anche cattolica, oggi provo sempre un senso di ansia e di disorientamento per la confusione con cui vengono accostati, quasi fossero intercambiabili, libri che sostengono affermazioni opposte fra loro sui più diversi argomenti. Mentre anni fa si trovavano quasi soltanto libri “orientati male”, oggi il problema è diventare capaci di distinguere fra “libri nocivi” e “libri buoni” e poi, fra questi ultimi, fra “libri utili e necessari” e quelli “inutili”.
Credo allora che uno dei principali compiti di oggi sia quello di “mettere ordine” nelle letture, cioè di aiutare a scegliere e a leggere i libri che sono a disposizione con un’abbondanza sconosciuta in altri tempi.
Per questo motivo vorrei segnalarvi il libro postumo e recentemente pubblicato di un amico e maestro, Marco Tangheroni (1946-2004), che aiuta proprio a “mettere ordine” a proposito della storia, dei suoi limiti e della sua utilità, del modo di studiarla rispettandone le caratteristiche, senza divinizzarla ma senza rinunciare all’apporto importante che può dare alla comprensione del passato e alla costruzione dell’identità culturale di una persona e di un popolo.
Complici le provvidenziali vacanze pasquali, ho potuto leggere con grande gioia questo piccolo volume che nacque da incontri periodici di Marco con i suoi studenti all’università di Pisa. L’occasione erano alcuni aforismi inerenti alla storia dello scrittore colombiano Nicolàs Gómez Dávila, commentando i quali il professore introduce i suoi allievi nel “mistero” della storia, aprendo piste di lettura affascinanti e mettendo in guardia da molti errori e ingenuità che il giovane storico inesperto, o male formato, potrebbe essere indotto a commettere da cattivi maestri.
L’opera mi pare particolarmente adatta ai tempi attuali proprio in ragione di quanto facevo notare sulla grande disponibilità di libri, e in particolare di libri di storia, e della conseguente possibilità di confusione.
E’ una caratteristica della cultura dominante, il relativismo, quella di negare l’importanza e la bellezza della ricerca della verità. Mentre nell’epoca delle ideologie alla storia veniva attribuita la pretesa di poter conoscere con assoluta certezza, negando la complessità del reale e piegando lo studio della storia a un semplice mezzo per orientare il presente, oggi la storia interessa sempre di meno perché viene scartata l’idea stessa di verità e quindi la fatica che si deve fare per avvicinarsi a essa. La lettura di Tangheroni aiuta a “mettere ordine”, a superare tante difficoltà, e grazie al modo pacato e riflessivo che contraddistingueva il suo stile di comunicazione, rende il suo libro fruibile anche ai non addetti ai lavori, ma a chiunque ami la verità storica e desideri conoscere un po’ di più con quale metodo ricercarla.
Marco Invernizzi
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Marco Tangheroni, Della storia. In margine ad aforismi di Nicolàs Gómez Dávila, Sugarco, Milano 2008, pp. 142, € 15,00 (richiedere http://www.libreriasangiorgio.it/)
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