venerdì 20 maggio 2011

Newsletter - n. 56

Le elezioni a Milano non si sono ancora concluse. Domenica e lunedì 29 e 30 maggio si svolgerà il ballottaggio fra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia. E’ inutile che vi ricordi quanto sarà difficile fermare la nomina a sindaco di Pisapia, dopo i risultati del primo turno.
Se avete la pazienza di leggere il programma del candidato vendoliano del centro-sinistra, tuttavia, troverete motivi ulteriori per impiegare questi pochi giorni a convincere l’oltre 30% dei milanesi che non è andato a votare a partecipare al ballottaggio dell’ultimo fine settimana di maggio. Qui non si tratta di simpatia o antipatia per il candidato del centro-destra e del leader del Pdl, ma di impedire che Milano cada sotto la guida di un uomo che prevede, nel suo programma, fra l’altro:

• le “donne autiste di notte”
• le “famiglie plurali” con l’istituzione del famigerato registro delle unioni civili, che significa equiparazione al matrimonio delle coppie di fatto sia etero sia omosessuali
• le “scuole aperte tutto il giorno, tutti i giorni, tutto l’anno” (che cosa vorranno mai insegnare ai poveretti lontani da casa, dalle famiglie, da amicizie liberamente scelte anche fuori dalla scuola)
Il tutto inserito in una cultura statalista unita a molte altre amenità, come i “rifugi anti-noia” e il “pronto soccorso per animali aperto 24 ore su 24”.

Inoltre non vi sfugge il rischio che a Milano, dove era nata, vada in frantumi la costruzione politica di Silvio Berlusconi, che è stato capace, dal 1993 fino a oggi, di unire in una coalizione le diverse culture conservatrici del Paese, come ho cercato di raccontare sul quotidiano on line labussolaquotidiana.it.
L’alternativa al governo dei moderati che attualmente guida il Paese, e Milano, consiste in un ritorno al potere legislativo ed esecutivo delle forze ideologiche che esprimono più compiutamente la “dittatura del relativismo”, denunciata da Benedetto XVI come la caratteristica negativa del nostro tempo.

Rimangono pochi giorni al ballottaggio, ma invertire la tendenza forse è possibile. Il centro-sinistra ha sostanzialmente gli stessi voti di 5 anni fa, mentre al centro-destra basterebbero 50mila voti di quelli che ha perduto per vincere al secondo turno. Difficile ma non impossibile, soprattutto se è vero, come scrivono molti analisti, che Pisapia non prenderà un numero maggiore di voti al ballottaggio rispetto al primo turno.

Sarebbe un risultato straordinario, mi rendo conto, ma è già accaduto, a Roma, nel ballottaggio fra Rutelli e Alemanno, nel 2008.
50mila milanesi in più: sperare, pregare e andare a votare, perché i “principi non negoziabili” con Pisapia sindaco avrebbero molto da soffrire.

Marco Invernizzi