giovedì 10 marzo 2011

Newsletter - n. 54

Care amiche, cari amici
il 2011 è cominciato all’insegna del 150° anniversario dell’unificazione italiana, almeno per quanto riguarda le nostre attività principali. Intanto il Convegno a Roma del 12 febbraio, che è andato molto bene sia per la presenza del pubblico che ha gremito la capiente e splendida Sala della Protomoteca in Campidoglio, sia soprattutto per gli interventi dei nostri militanti e degli ospiti, che si sono ottimamente integrati. In quella occasione è stato presentato il libro edito da Cantagalli con i testi degli interventi o comunque sui temi previsti, e anche questo è un grande successo perché solitamente gli atti dei convegni vengono stampati anni dopo l’evento (il libro 1861-2011. A 150 anni dall’Unità d’Italia. Quale identità?, € 18, lo potete richiedere a info@libreriasangiorgio.it). Un modo per sostenere questa buona battaglia sul Risorgimento è quello di regalare a un amico questo libro!
Ma la cosa più importante è cominciata dopo. Si tratta infatti di cogliere le opportunità offerte dall’anniversario per svolgere il più intensamente possibile il compito specifico dell’apostolato culturale di Alleanza Cattolica, ossia cercare di far penetrare nel corpo sociale un’interpretazione della storia nazionale che salvaguardi l’Unità ma metta in luce le ferite del Risorgimento. Insomma, Unità sì, Risorgimento no, come cerchiamo di sintetizzare nei numerosi interventi che stiamo facendo in tutta Italia, sia presentando il libro o altri libri sul tema, sia partecipando ad incontri promossi da istituzioni, parrocchie o forze politiche e circoli culturali. A questo proposito ricordo l’imminente Convegno sul tema, organizzato dalla Provincia di Milano, da Alleanza Cattolica e dall’Isiin, che si terrà a Milano sabato 19 marzo e del quale potete trovare l’invito in allegato.

Il martirio dei cristiani in Pakistan

Un secondo tema, purtroppo di drammatica attualità, riguarda la persecuzione di cui sono vittime in Pakistan i cristiani. Il ministro per le minoranze religiose, Shabaz Bhatti, è stato assassinato il 2 marzo da un commando di terroristi islamici che lo accusavano di difendere Asia Bibi, la donna cattolica in prigione con l’accusa di aver “parlato male” dell’islam e di Maometto. Aveva 42 anni ed era cattolico. Nel suo testamento spirituale aveva messo in conto la possibilità concreta di essere assassinato per la sua difesa della libertà religiosa ed in particolare per la sua opposizione alla legge dello Stato pakistano sulla blasfemia, con la quale dal 1986 (anno della sua introduzione) sono stati condannate quasi mille persone, metà delle quali, fra l’altro, musulmane. Anche il Santo Padre ha chiesto l’abolizione di questa legge, che si presta a qualsiasi abuso e viola la libertà di esprimere opinioni sull’islam. Essa è criticata anche da esponenti musulmani moderati ed è costata la vita del governatore del Punjab, Salman Taseer, un musulmano assassinato il 4 gennaio scorso da una sua guardia del corpo per gli stessi motivi che sono costati la vita del ministro Bhatti.
Ora, la cosa che stupisce e rattrista è l’indifferenza dell’opinione pubblica occidentale. Il Tg1 delle ore 20 del giorno dell’assassinio di Bhatti non ha neppure inserito la notizia fra i titoli di apertura. I giornali, salvo quelli cattolici, non hanno dato alcun risalto alla notizia. Eppure era un ministro ed era cattolico. Come avvenuto anche dopo l’assassinio del governatore del Punjab, le proteste diplomatiche sono state di circostanza, ma non sono apparse serie e convinte.
Il mondo occidentale ha perso la propria identità e anche la stessa intelligenza dei problemi internazionali, per cui reagisce soltanto quando vede direttamente compromessi, o in pericolo, i propri interessi materiali, come avviene per la Libia. Eppure non capisce che in Pakistan è in gioco una battaglia decisiva per il futuro del mondo, una battaglia contro il terrorismo e il fondamentalismo, che si combatte in Afghanistan così come all’interno dello stesso governo pakistano. Una battaglia che ha le sue vittime e i suoi martiri e che ha bisogno del sostegno dell’opinione pubblica per essere vinta.
Per questo ognuno di noi ha un compito nella guerra contro il terrorismo e il fondamentalismo, perché ogni persona può informarsi, leggere o regalare un libro, fare qualcosa che attiri l’attenzione di un pubblico distratto, aiuti a conoscere i problemi di quell’area del mondo e l’eroismo, spesso il martirio vero e proprio, di chi offre la vita per testimoniare la verità e la libertà contro ingiustizia e violenza, spesso di Stato.
Anche in questa occasione, appare la lungimiranza del Magistero pontificio che ha posto la libertà religiosa al centro delle proprie attenzioni, in particolare per la Giornata mondiale della Pace 2011, insistendo sul fatto che essa è un diritto di ogni persona a non subire interferenze da parte dello Stato in materia religiosa e non è un problema confessionale.

Beatificazione Giovanni Paolo II

Altro grande avvenimento dei prossimi mesi è la beatificazione di papa Giovanni Paolo II, prevista per il 1° maggio. Sarà probabilmente uno dei maggiori eventi della storia religiosa del mondo, per quantità dei partecipanti ed eco sui media. Mi permetto solo di aggiungere e segnalare l’attenzione anche al Magistero di questo grande Pontefice, un insegnamento enorme, durato a lungo nel tempo, in gran parte sconosciuto e comunque non ancora metabolizzato nei seminari, nelle università e istituti di formazione religiosa.

Marco Invernizzi